sabato 28 ottobre 2023

ANDALUSIA 2023 - La Terra Della Luce -


14/10/2023 - Malaga -  Setenil De Las Bodegas -  Siviglia 



Terzo viaggio in questa parte di Spagna che affascina e che stupisce sempre. L'Andalusia è uno spazio geografico, storico e mitico, ma anche uno spazio intimo. È un «finis terrae» europeo, cuore di molte culture - barbara ed eurasiatica, berbera e araba, sefardita ed ebraica - eppure, rispetto a tutte, appartato e remoto. In questo orizzonte quasi senza tempo, lungo sentieri roventi come la piana del Guadalquivir d'estate o gelidi come i picchi della Sierra Nevada d'inverno.

L’Andalusia è la regione più a Sud della Spagna e anche una delle più rappresentative dello spirito spagnolo con una forte impronta araba che la rende assolutamente unica. E’ la terra delle corride, del flamenco, delle tapas e della sangria, con paesaggi aridi e brulli interrotti dai tipici pueblos blancos con le case di un bianco accecante, contornati da piantagioni di ulivi e aranci.

Arrivati a Malaga, ritiriamo  l'auto ci dirigiamo verso Setenil De Las Bodegas che dista solo 50 chilometri. Questo e un dei famosi pueblo Blancos ed è  uno dei borghi più bizzarri del mondo:  Setenil De Las Bodegas è un paesino di soli  3.000 abitanti e la metà è  costruito sotto le gigantesche rocce che fanno da tetto alle case e sovrastano le strade. 


                            


Il centro storico è composto da una manciata di viuzze coperte da questi enormi  massi di roccia che le proteggono anche dalla pioggia e dal calore estivo. Sempre per la sua particolare geografia, nel XV secolo Setenil è stato una specie di fortezza per gli arabi guadagnandosi la fama di luogo inespugnabile e resistendo a ben 7 assedi, prima che i cattolici ebbero la meglio nel 1484.


Setenil de las Bodegas
- Setenil De Las Bodegas -


Ci fermiamo per mangiare qualcosa in piccolo bar con  terrazza e una bellissima vista sulla case costruite nella roccia.  Purtroppo Il tempo è tiranno,  lentamente  curiosando per le varie stradine facciamo ritorno al parcheggio per continuare il nostro viaggio in direzione di Siviglia. 



Siviglia - 



Siviglia è bellissima e la sua Plaza de Espana è semplicemente spettacolare, vale la pena prendere l'aereo solo per vederla. Credo di poter affermare che sia una delle più belle piazze del mondo.
Arrivati a Siviglia, trovato il nostro Hostal se pur stanchi  siamo subito usciti per esplorare e passeggiare lungo fiume Guadalquivir.
  



Siviglia questa  superba città andalusa dai mille colori, dal fascino arabeggiante e dall’allegria contagiosa, è uno di quei luoghi che “ti rimangono dentro”. La città si scopre perdendosi per le vie del centro storico, facendosi catturare dall’arancio, dal rosa e dal giallo fuoco dei palazzi, dai patii impreziositi da fontane e piante rigogliose, dai cortili ricchi di alberi di agrumi e dagli azulejos, le tipiche piastrelle in ceramica dalla superficie decorata e smaltata. Passeggiando lungo il fiume prima e attraverso le tante viuzze arriviamo davanti alla Cattedral  conosciuta  con il nome la Giralda.





Lo stile gotico svettante verso il cielo, il colore ambrato, le guglie, i decori che sembrano merletti si lasciano contemplare per svariati minuti su ciascuna delle quattro facciate orientate sui punti cardinali. Nella piazza, dove c’è anche l’ingresso, attendono pazientemente le carrozze tirate a lucido con i raggi delle ruote dipinti di un vivace giallo. 




Dopo la Cattedrale, Plaza de España è l’edificio più maestoso di Siviglia. La piazza consiste in un immenso semicerchio con un continuo susseguirsi di edifici lungo il perimetro, che presentano un lungo portico al piano terra, mentre al primo piano si affacciano con una serie di balconi su tutta la piazza. Da non perdere il balcone centrale, da cui la visuale sulla piazza è davvero molto suggestiva. 




La piazza si estende per ben 50.000 metri quadrati e vi sono due torri ad entrambe le estremità, che sono abbastanza alte da essere visibili da tutta la città; sono tra l’altro due dei principali simboli di Siviglia. Si accede alla piazza, attraversando uno dei quattro ponti che rappresentano i quattro antichi regni spagnoli: Castiglia, Aragona, Navarra e Leon. Vi è infatti un canale lungo oltre 500 metri, che segue la forma a semicerchio della piazza, che la divide dal resto del Parco. Al centro di Plaza de España vi è la fontana Vicente Traver, mentre sulle mura che circondano gli edifici si trovano una serie di nicchie, ognuna delle quali rappresenta una differente provincia della Spagna, con una panchina, lo stemma cittadino e una mappa. 




La tradizione è che i visitatori spagnoli scattino una foto ricordo in corrispondenza della nicchia rappresentate la provincia spagnola della loro origine.

                                                                         



Zahara de Los Atunes -





Lungo la costa de la Luz, a 170 km da Siviglia a 30 km da Tarifa, tra Barbate e le rovine Baelo Claudia, si trova Zahara de cos Atunes, una volta un villaggio di pescatorie oggi rinomata località turistica alla moda. 

                               



La sua famosa e incontaminata Playa de cos Alemanes è una spiaggia di sabbia bianca con acque cristalline lunga ben 12 km. Da qui si possono godere tramonti veramente meravigliosi.



                               







lunedì 19 settembre 2022

CRETA 2019

CRETA
Città Veneziane e storia millenaria della civiltà Minoica

Mia moglie Mary aspettava questo viaggio dai tempi dei suoi studi classici. Da allora ha sempre nutrito un sacro rispetto per la civiltà greca. Io stesso sono stato sempre innamorato della Grecia e delle sue innumerevole isole e della sua millenaria cultura Non si possono dimenticare i miti, i poemi e soprattutto quella lingua favolosa in cui si può trovare di tutto e di più, la radice di ogni nostra parola. Perché è così, noi veniamo da loro, dalla democrazia di Atene, dai teoremi di Pitagora e Talete, dalla filosofia di Socrate e Platone, anche lo sport è iniziato qui, gli dei hanno pensato veramente a  tutto.

- Cnosso -


La Civilta Minoica è il nome dato alla Cultura Cretese dell'età del bronzo sorta approssimativamente dal 2000 a.C. al 1450 aCChiamata minoica in riferimento al mitologico re cretese Minosse fu riscoperta tra il 1901 e il 1905, dall'archeologo britannico Arthur Evans. La vantaggiosa posizione geografica dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal Mare Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l'Egitto, Libano, le regioni a nord del Mare Nero e l'Occidente tanto da esercitare una vera e propria talassocrazia
Nella mitologia Greca Minosse venne associato al labirinto, che Evans identificò con il sito di Cnosso. Forse con il termine di Minosse gli antichi cretesi indicavano tutti i sovrani dell'isola.  Nell'Odissea, composta secoli dopo la distruzione della civiltà minoica, 
Omero  chiama i nativi di Creta eteocretesi ("veri cretesi"), presumibilmente discendenti dei minoici.

Creta non è solamente l’isola più grande della Grecia, quasi come fosse una nazione a se. Creta un’isola complessa e che vive tutto sino in fondo.
Le spiagge di Creta sono tra le più belle e famose di tutta la Grecia, alcune conosciute in tutto il mondo, come ad esempio la spiaggia rosa  di Alafonissi. Altre sono difficile da raggiungere e per queste solitarie e bellissime come Balos.

CNOSSO.
A solo 5 km da Eraklion eccoci a Cnosso. Oggi Cnosso è il più importante sito archeologico dell'età del bronzo di Creta. Da solo vale il viaggio. La civiltà minoica di Creta raggiunse il suo splendore grazie ai rapporti economici e commerciali con la civiltà egizia. Verso il 1700 a.C. un cataclisma, forse un terremoto provocato dall'eruzione del vulcano dell'isola di Thera (l'odierna Santorini), distrusse tutti i palazzi dell'isola, incluso quello di Cnosso. Il palazzo venne ricostruito ancora più sontuoso, e ancora una volta privo di mura difensive, ma verso il 1450 a.C. Cnosso fu nuovamente devastata (si pensa ad un incendio furioso) e fu così che iniziò il declino.




E un sito carico di simboli e legato ad antichi miti della Grecia classica, come Minosse e il labirinto costruito da Dedalo, e quello di Teseo e del Minotauro. Minosse, re di Creta, aveva costruito questo labirinto per chiuderci dentro il Minotauro nato dall'unione di sua moglie con un toro. Questo essere mostruoso aveva la testa di toro e il corpo di uomo e sbranava ogni anno 7 fanciulli e 7 fanciulle. Il pasto veniva fornito dagli ateniesi, un tributo di sangue che Minosse aveva imposto dopo che Atene si era resa responsabile di aver ucciso il figlio di Minosse, Androgeo, ad opera del re Egeo. Fu subito una guerra lampo che Minosse vinse imponendo la consegna ogni nove anni di sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al Minotauro. Tale sacrificio cessò solo grazie all'intervento di Teseo che con l'aiuto di Arianna, riuscì ad uccidere il mostro.

Il NOSTRO ITINERARIO

  • HERACLION - KOLYMVARI Km 162
  • KOLYMVARI - BALOS BEACH Km 31
  • KOLYMVARI - ELAFONISI BEACH Km 51
  • KOLYMVARI - SAN NICOLO' Km 221
  • SAN NICOLO' - HERACLION Km 63

HERACLION - KOLYMVAR - BALOS BEACH - Dopo un giorno a Heraclion e dopo aver visitato Cnosso partiamo con la nostra auto (consegnatoci il giorno prima direttamente in hotel) alla volta di Kolymvari un piccol centro di pescatori. Il nostro hotel si trova direttamente sulla spiaggia ma che non sfruttiamo. Il motivo di questa scelta è per la vicinanaza alla spiaggia di Balos.

BALOS - Uno dei quei luoghi da non perdere assolutamente per chi visita Creta. Situata sulla punta di una penisola che si allunga nell'estremo nord-ovest dell'isola, Balos offre un colpo d'occhio straordinario: Spiaggia di sabbia bianca finissima, mare dalle sfumature surreali, natura selvaggia in un ambiente incontaminato. La sabbia assume, in alcuni punti, un colore quasi rosaceo, il mare è sempre calmo e limpido con fondale molto basso per decine di metri, una immensa lingua di sabbia collega la costa con l'isola di fronte. Per raggiungerla bisogna imboccare una strada tutta sterrata, in alcuni punti a strapiombo sul mare dove l'unica forma di vita sono delle simpatiche caprette che passeggiano non curanti delle pochissime auto. Senza indugiare e senza perdere la speranza ci addentriamo in questa terra isolata fino a quando non incontriamo una fila di auto parcheggiate con la strada che inevitabilmente si restinge impedendo il passaggio nel caso si incontrasse un'altra auto, con l'unica soluzione di fare retromarcia con il pericolo di finire nel burrone. Io rischio e proseguo con l'auto ma Mary gia presa dal panico rinuncia e si fa i suoi ultimi 500 m a piedi. Riesco ad arrivare fino a un grande spiazzo dove sono parcheggiate le altre auto. Da questa piazzetta prendiamo un piccolo ma visibile sentiero che pare andare proprio in direzione opposta del mare, ma con un pò di pazienza e voglia di camminare arriviamo difronte ad un vero spettacolo della natura: Il mare all'improvviso ci appare nella sua straordinaria bellezza. Il mare cristallino si tinge di mille azzurri diversi e la spiaggia chiara lo circonda quasi a chiuderlo in un lago. Un vero paradiso!

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ELAFONISI - Elafonisi secondo me è la spiaggia più bella di Creta. La sabbia bianca e le basse acque turchesi rendono la laguna un luogo incantevole, eccezionale al tramonto. è una laguna di una bellezza disarmante. In perfetto stile caraibico, Elafonissi ha sabbia bianca dalle sfumature rosa e acque cristalline di colore turchese del mare. Elafonissi si trova sulla costa sudoccidentale di Creta a 75 chilometri da Hania ed è raggiungibile in auto in un’ora e mezzo di viaggio: la strada si snoda tra le meravigliose gole delle Montagne bianche e un paesaggio mozzafiato.

AGIOS NIKOLAOS E L'ISOLA DI SPINALONGA - Agios Nikolaos è una delle località turistiche più famose di Creta e si trova nella parte orientale dell’isola nella provincia di Lassathi . La città vanta una fortezza veneziana che domina tutto il lato nord-occidentale del golfo di Mirabello, una chiesa bizantina risalente al 7° secolo d. C., che offre una vista mozzafiato sulla baia, il Museo archeologico e il Museo Etnografico.

SPINALONGA - Un'altro volto di Creta, un ammaliante isolotto all'estremità Est del suo "continente". Con una storia avvincente, dai Veneziani ai Turchi. Degradato a lebbrosario, oggi rivive. Anche grazie a Herzog, Mitterrand e Bono. Un'isola fantasma, una città fortezza abbandonata, vicoli a picco sul mare e secoli di storie che si rincorrono. In un angolo della parte orientale di Creta, nella baia che i veneziani - affascinati da un panorama mozzafiato - chiamarono Mirabello, c'è l'isoletta di Spinalonga, un concentrato di storia, arte e appassionanti vicende umane. Roccaforte fondata proprio dai veneziani nel 1579, poi espugnata dagli ottomani agli inizi del ‘700, riconvertita infine in lebbrosario dove confinare i malati dal 1903. E così oggi avventurandosi tra le strade strette e circolari circondate da mura e torrioni, alcuni ancora in piedi, altri ridotti a rovine, è possibile imbattersi nei resti di una moschea, di una chiesa ortodossa, di case, botteghe, scalinate, ma anche dell' ospedale dove venivano curati i lebbrosi fino al 1957. Qui da decenni non vive più nessuno, e a sera l'isola è un punto nero, che nasconde la vita che è passata per secoli lungo queste strade a picco sul mare. Werner Herzog, ne fece il set per il suo cortometraggio "Ultime parole", del 1968. che la fece conoscere a tutti gli altri, almeno in Grecia

Spinalonga

E' nel 16 esimo secolo che i veneziani ne fecero una delle più importanti fortezze del Mediterraneo: i lavori che avrebbero trasformato una piccola isola brulla in una città fortificata cominciano nel 1579, sul progetto dell'ingegnere Genese Bressani. Durante il dominio veneziano vivevano a Spinalonga cinque-seicento persone. Tutti gli abitanti dell'isola diventarono prigionieri dell'esercito ottomano quando questo la espugnò, nel 1715.

I turchi non distrussero, ma continuarono a costruire sulla base della cittadella già esistente. La popolazione aumentava: a fine 800, abitavano a Spinalonga più di mille persone. L'isola era diventata un importante nodo commerciale, piazzata com'era al centro del Mediterraneo. Dunque non solo soldati, ma negozi, botteghe artigiane, orti coltivati. Nascevano così le strette vie, su cui si cammina ancora oggi, dove si affacciano case da due piani, spesso con bottega e magazzino a piano terra.

Nel 1903 lo stato cretese (dopo la fine del dominio turco, l'unificazione con la Grecia fu decisa nel 1908 e solo cinque anni dopo i primi deputati cretesi vennero ammessi nel parlamento di Atene), scelse l'isola come sede per una grande colonia di malati di lebbra. I primi 250 pazienti arrivarono nel 1904. Dopo l'effettiva unificazione con la Grecia, il governo di Atene cominciò a inviare malati da tutta la nazione a Spinalonga, che diventò una vera e propria città di lebbrosi, dal momento che i confinati non vivevano in ospedale, ma erano sparsi per tutta l'isola, occuparono case e dovevano provvedere alla loro sussistenza. Nacquero amori, si celebrarono matrimoni, arrivarono figli. Ma Spinalonga divenne sinonimo di sofferenza..

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domenica 18 settembre 2022

CRETA 2022

NOSTRO ITINERARIO

IRAKLION - SITIA - VAI BEACH - IERAPETRA - MYRTOS
MATALA - PLAKIAS - PREVELI BEACH - ERAKLION

In questo nostro secondo viaggio a Creta siamo andati alla scoperta del sud. Creta è grande, esistono quindi aree sviluppate, coste turistiche e zone molto frequentate, ma Creta è anche impervia e molti luoghi sono rimasti periferici, selvaggi e tradizionali. Noi abbiamo cercato proprio quelli!Le grandi strade a Creta sono state realizzate solo al centro nord. Questo ha contribuito a preservare il selvaggio sud est che si raggiunge solo attraverso alcune vecchie mulattiere oggi asfaltate ma sempre larghe a sufficienza per fare passare due auto. Noi abbiamo vissuto il sud-ovest di Creta on the road: percorrendo le sue strade di montagna alla ricerca di spiagge uniche, esplorando i resti del suo epico passato e le cittadine caratteristiche. Questa vacanza ci è rimasta davvero nel cuore.

La spiaggia hippie di Matala


Questa località balneare è più nota e conosciuta per il suo passato hippie. Se si è un nostalgico degli anni ‘60 come me,, questo è il posto giusto. Ti basterà camminare nel centro del paese per accorgerti che il mondo intorno a te è cambiato: furgoncini della Volkswagen parcheggiati qua e là o disponibili in formato souvenir, colori, fiori e asfalto dipinto con immagini allegre. Girare di sera in questo piccolo centro è molto bello e rilassante. Ci sono diversi ristoranti tipici con vista sul mare in cui si sta davvero bene.

Preveli beach, dove il fiume incontra il mare

Preveli Beach

Prima di lasciare questa zona dell’isola, non potevamo rinunciare a vedere la spiaggia di Preveli, situata a sud-ovest di Creta. Anche in questo caso non è molto semplice arrivarci, ma lo spettacolo che troverai ne varrà la fatica. Preveli si può raggiungere tramite mare, con barche in partenza dai porti da Plakias e da Agia Galini oppure in macchina. Noi ci siamo avventurati con la nostra auto. Il parcheggio è a pagamento (circa 2 euro). Qui c’è un piccolo chiosco che vende qualche panino e bottigliette d’acqua. Comunque in spiaggia c'è un piccolo ristorante. Unma volta posteggiata l'auto, inizia l’avventura fatta di circa 500 gradini, una passeggiata piacevole all’andata visto che è in discesa…un po’ meno nella risalita. La vista è a dir poco meravigliosa: il mare immenso davanti a te, la spiaggia bianca e il fiume con il palmeto alle spalle. Preveli è una spiaggia libera e non attrezzata, perciò è consigliabile arrivare presto sia perché la troverai meno affollata sia per accaparrarti un fazzoletto d’ombra.
Alla scoperta di Vai Beach
La Bellissima Vai Beach

Considerata una delle spiagge più belle e pittoresche di Creta e persino del mondo, la Spiaggia di Vai, conosciuta anche come Finikodasos è semplicemente sorprendente. La maggiore attrazione di questa destinazione è la più grande foresta di palme d'Europa, che cresce naturalmente fino alla spiaggia. Con circa 6000 alberi, questa meraviglia naturale aumenta notevolmente il fascino della spiaggia di sabbia, offrendo una bella zona per passeggiare all'ombra. La spiaggia di Vai si trova su una penisola remota e scarsamente popolata nel nord-est di Creta. Premiata con la Bandiera Blu per la sua incredibile posizione e la sua sabbia perfetta, la Spiaggia delle Palme di Vai è una delle destinazioni più affascinanti di Creta. La spiaggia di Vai si trova nella parte settentrionale della costa orientale di Creta, in una parte remota dell'isola. La spiaggia è abbastanza lontana da qualsiasi insediamento umano, e questo aumenta il suo fascino e l'atmosfera pittoresca. La città di Sitia si trova a circa 24 km a ovest, mentre il villaggio di Palekastro si trova a circa 8 km a sud. Ci sono un sacco di cose incredibili da provare lungo la strada e soprattutto nella zona intorno a Vai Palm Beach. Puoi scegliere di rimanere in uno dei villaggi più a sud, oppure visitare Vai Beach e altri luoghi remoti ogni giorno, come abbiamo fatto noi.
Come dicevo la spiaggia di Vai è una delle più belle spiagge di Creta e del Mediterraneo; si è guadagnata la propria fama diversi decenni fa, quando fu scoperta e divenne la destinazione preferita della comunità hippie. Ma ben presto divenne sovraffollata e piena di spazzatura, così la zona divenne area naturale protetta. In breve tempo fu ripulita e organizzata come una superba spiaggia sostenuta dalla più grande foresta di palme d'Europa, che parte proprio dal bordo della spiaggia di sabbia. Una delle teorie vuole che siano stati i pirati a portare qui le palme da dattero che poi si sono sviluppate durante i secoli, ma i dati scientifici ci dicono che è una specie endemica.

A pochi passi a nord della spiaggia di Vai si trova la spiaggia di Itanos, con le rovine dell'antica città di Itanos situata nelle vicinanze. Itanos era una delle città più sviluppate e potenti dell'antica Creta, con una sua moneta, e dominava la regione orientale di Creta. Era anche un crocevia commerciale, essendo famosa per la sua tintura di porpora Tyrian prodotta nell'isola Koufonisi. Oggi si può ancora vedere un po' del suo antico splendore nel numero di rovine presenti ovunque nella zona, compresi antichi templi e chiese paleocristiane, tra gli altri. Itanos offre anche di splendide spiagge in tre piccole baie accanto alle rovine; se si desidera un'esperienza unica, alcune delle rovine continuano sott'acqua e possono essere ammirate facendo snorkeling.

Affacciato sulla superba spiaggia di Vai, c'è un bellissimo ristorante. Offre una deliziosa cucina tradizionale, tra cui una varietà di frutti di mare e specialità di agnello. Un posto veramente fantastico.




domenica 3 ottobre 2021

RITORNARE PRESTO SULLE STRADE


- RITORNARE PRESTO SULLE STRADE DEL MONDO -

GIORDANIA - Strada per Petra

Lasciami vagabondare  cercare posti ,
col corpo o con la mente.
Percorrere strade e cieli,
finchè l'esperienza, diventa ormai un ricordo,
renda più ricco l'anima mia 



GIORDANIA - Petra

Desideriamo cosi tanto riprendere a viaggiare che rischiamo di non godercela: Ecco come la pandemia ha "distorto i tempi" Il tempo vola. Soprattutto quando si è in viaggio. E' per questo che una vacanza sembra finire subito ma l'attesa pare più lunga del previsto.
Insomma, un evento atteso e tanto desiderato è in grado di "distorcere " il tempo, attraverso il nostro stato d'animo. Ancora di più dopo la pandemia.


GIORDANIA - Petra 

Lasciami sognare di viaggi, nel tempo,
e del tempo dei viaggi.
Per immaginare o ricordare 
la bellezza del mondo
e il contatto profondo con me


CAMBOGIA - La nostra Casa sull'albero

Certe partenze sembrano che non le aspetti con l'entusiasmo che vorresti. Quello di prendere un volo, il desiderio di arrivare su, oltre le nuvole, di raggiungere un luogo lontano, da tanto desiderato, magari un'altro continente.


GIORDANIA - Deserto di Wadi Rum

Eppure, nel momento che sei sulla strada, di un posto nuovo, sconosciuto, che si profila all'orizzonte, che ti attende, senti che qualcosa dentro si mette in moto, inaspettatamente, Qualcosa inizia a ribollire.
La sensazione che ogni luogo può sorprenderti e riportarti quella felicità ben conosciuta. Comprendi che davvero tutto dipende dagli occhi con cui guardi, dall'animo con cui ti accingi a vedere, a vivere, il viaggio che ti aspetta.
E che puoi abbandonarti alla voglia di scoprire, senza preconcetti o pretese. All'entusiasmo che si riaccende, al desiderio di vedere. Di vivere, un luogo, la vita. Di ritornare a viaggiare, che è sempre una bella cosa.
Quando si è in viaggio sembra che il tempo sia dilatato. Le giornate sembrano più lunghe, si riescono a vedere e fare tantissime cose. Forse, la sensazione è quella per l'intensità con cui si vive.


MEXICO - Laguna Rosada

Da un giorno all'altro sembra che siano passate settimane o mesi. La cosa più bella è quando si ha la consapevolezza che si è riusciti a mettere una bella distanza dalla vita di tutti i giorni, dalle abitudine, dai pensieri, dal proprio ambiente.
Poi, al ritorno, l'incantesimo svanisce. Una volta messi i piedi sul proprio suolo, sembra di non essere mai partiti, si ritorna alla vita di tutti i giorni alle solite abitudine. Ma dentro c'è la grande ricchezza dell'esperienza vissuta. Questa è solo la percezione ingannevole del tempo. 
E' bello poi ripercorrere tutte le tappe vissute, vedere le foto i filmati per ricordare, scorrere luoghi e volti, sentire la musica  del posto, sentire la nostalgia. Perchè vuol dire che si è vissuto e si è stati felici. 
Di nuovo risale quella incontrollabile desiderio di programmare e ripartire di nuovo per altre strade del nostro meraviglioso mondo.


GIORDANIA - Petra

La vita è ciò che facciamo di essa. 
I viaggi sono i viaggiatori,
Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, 
ma ciò che siamo
(Fernando Pessoa)







martedì 10 novembre 2020

CALABRIA DA SCOPRIRE

 CALABRIA DA SCOPRIRE  
-San Lorenzo Bellizzi - Antiche usanze -
"Non ci passi ma ci devi andare"






Il SarsCov-2 che ha colpito il mondo intero ci da la possibilità di scoprire ancora di più regioni e paesi della nostra Italia: Quelli parti d'Italia che ancora oggi nascondono angoli selvaggi e meravigliosi. Quello di cui voglio parlarvi è un piccolo borgo dell'alto Ionio Cosentino che è un patrimonio di natura, cultura e tradizioni, incorniciato da un paesaggio altamente suggestivo. Per me non è una scoperta perchè è il mio paese ma ogni volta che ritorno riesco a vederlo in un modo diverso.
Una terra accogliente e ospitale, meta ideale di un turismo sostenibile e responsabile. Questo piccolo mondo è San Lorenzo Bellizzi, al confine con la Basilicata , nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. Il più grande d'Europa, dal 2015 entrato di diritto nella rete Globale dei Geoparchi Unesco, con accesso a una suggestiva riserva naturale di 1600 ettari: quella delle gole del Raganello e di sua maestà il Pino Loricato.

La presenza di due spettacolari Timpe: quella di San Lorenzo e quella di Cassano, un contesto naturalistico di straordinaria biodiversibilità, floristica e faunistica e, da poco anche una delle più antiche sedi di stazionamento umano in Calabria... Un luogo magico, con i suoi vicoli stretti che si intrecciano a formare labirinti in un saliscendi continuo e dal sapore antico, dove si può respirare ancora il prezioso dono della lentezza. Il tempo qui sembra essersi fermato: un luogo fatto di pietra locale e di storia. Amministrato sapientemente in modo invidiabile da un giovane sindaco, Antonio Cersosimo, che ha fatto e fa di tutto per far sopravvivere questo magico luogo. Da questo piccolo borgo si può partire per scoprire altri luoghi incontaminati e selvaggi, mondi nascosti, riserve di 
pace e di bellezza.





- Casolari abbandonati -

I
n contrasto a tutto ciò ti senti sconvolto nell'osservare distese di terra abbandonate, cancellate da frane, slavine e muretti a secco, infiniti e assolati, lasciati a sgretolarsi, sotto gli occhi di tutti e il silenzio di tanti. Questo silenzio che da ossigeno all'anima, ai pensieri ed ai ricordi atavici, che ti fa chiudere gli occhi e rivedere le tante persone che una volta popolavano questi luoghi. I casolari che adesso vediamo diroccati e abbandonati una volta erano piena di vita, di rumori e di persone che anche nella povertà cantava durante la mietitura, la vendemmia o raccolta delle olive. Parlo di luoghi aspri che davano poco ma che chi è andato via non ha mai dimenticato. 
In questo angolo di mondo non ci passi per caso ma ci devi andare. La strada finisce qui. Solo da poco tempo si è costruita una strada che collega San Lorenzo Bellizzi a Terranova Del Pollino in Basilicata. 
Qui a San Lorenzo ancora oggi resistono antiche tradizioni che difficilmente si possono vedere in altri luoghi d'Italia come ad esempio l'uccisione del maiale. Questo continua ad essere un vero e proprio rito, una festa e un' occasione  di socializzazione a cui partecipa l'intera famiglia, i parenti , i compari. Gl amici e spesso anche i vicini di casa , invitati per consumare 
il pranzo e aiutare nella preparazione dei salumi. 

Capisco che oggi l'uccisione del maiale è un argomento un po particolare, per alcuni addirittura crudele. La mia non vuole essere una critica ad alcuna forma di pensiero, ad alcuna idea in merito. Si sa, i fatti di cronaca, l'eccessivo abuso di carne, le condizioni pietose a cui sono sottoposti gli animali, spesso sottomessi e spogliati dalla propria dignità, e le contemporanee prassi (incivili e disumane) di allevamento intensivo suscitano e devono sucitare nella coscienza di chiunque la naturale repulsione e condanna a queste pratiche. Ma questa è un'altra storia. La vera storia dell'uccisione del maiale nella sua pratica e dinamica tradizionale è una storia molto seria, ne consegue  che va presa sul serio. A valore di questa prospettiva voglio precisare che qui a San Lorenzo Bellizzi i maiali sono ancora allevati in modo domestico con cura e con amore (anche se questa parola può sembrare strana) esclusivamente per uso personale e non finalizzato alla mera ottica del profitto.

In ogni modo il maiale, è stato per secoli la dispensa di molte famiglie. Una garanzia di grasso e proteine. Infatti, fino a pochi decenni fa, la dieta delle famiglie contadine era principalmente vegetariana, e non per scelta. La carne era consumata esclusivamente durante le ricorrenze e i giorni di festa, e non sempre.

Per fare un breve salto nel passato, le famiglie che avevano la possibilità di comprare un maialino, acquistato in genere nelle fiere, lo allevava nutrendolo con i propri avanzi, ma anche castagne, ghiande, crusca, bucce di cocomero e altro ancora. Al momento della sua uccisone, in genere tra i mesi di Dicembre, gennaio e febbraio che coincidevano con il periodo più freddo dell'anno e assieme alla piena maturazione dell'animale che di solito supera il quintale di peso. L'uccisione del maiale, avviene come sempre e da sempre la mattina presto, subito dopo l'alba. dopo averlo sgozzato e dissanguato , (il sangue si raccoglie per poi farci il sanguinaccio) tenendolo disteso in genere su una panca, si procede con grossi coltelli alla raschiatura delle setole ammorbidite con acqua bollente. Dopodiché si praticano precisi tagli sulle zampe posteriori per infilare tra i tendini dei moschettoni di acciaio che permettono di agganciare e appendere il maiale per iniziare la lavorazione. Di seguito si inizia l'apertura del maiale a partire dall'inguine per ripulirlo degli intestini e dagli organi che saranno adagiati in grossi bacili. Intando le donne puliscono e sciacquano gli intestini che si utilizzeranno il giorno dopo per fare le salsicce e le soppressate. Infine l'animale completamente svuotato dalle anteriore  è sezionato in due parti per mezzo di un'accetta e una mazza.
Ho definito l'uccisione del maiale come un antico rito, una festa, anche se cruenta. Una festa che dura qualche giorno: a quello dell'uccisione del maiale seguono quelli utili per la preparazione degli insaccati:
Questa è una pratica che si ripete da un'epoca molto remata. Da allora fino ai giorni nostri, a San Lorenzo Bellizzi hanno mantenuto la pratica  di allevare e fare il maiale. Questo per assicurarsi una provvista di carne, buona e genuina, per tutto l'anno.
Per fortuna ancora oggi c'è chi ama e desidera sapere cosa mangiare. E lo fa con gesti sapienti, con passione, delicatezza, cura dei dettagli e partecipazione che solo la tradizione sa conservare e trasmettere, come per l'uccisone del maiale appunto.
Quindi se veramente volete scoprire angoli ancora integri sia nella natura che nelle tradizione non vi resta che ANDARE A SAN LORENZO BELLIZZI. PERCHE' NON CI PASSERETE MAI PER CASO, MA CI DOVETE ANDARE. 


















mercoledì 19 febbraio 2020

PANAMA - On The Road


PANAMA'


Eccoci a parlare di questo nostro viaggio a Panama. Se chiedi a qualsiasi persona di Panama , tutti o quasi l’associano  esclusivamente al Canale di Panama. Non è così, Panama pur se  estranea al turismo di massa, nasconde in se una natura straordinaria e continua a regalare la sensazione, a chi lo visita, di aver scovato  un tesoro nascosto che il resto del mondo deve ancora scoprire.Con i suoi altopiani ricoperti di foreste nebulari, le vaste aree di giungla popolate da una ricca fauna selvatica, una città autenticamente cosmopolita come capitale e due litorali orlati di spiagge incantevoli e magnifiche scogliere coralline, il Panamà offre davvero  molto di più  del suo, seppur celeberrimo canale.

In tanti ci chiedevano dove saremmo andati  questa volta in viaggio, la prima cosa che ci dicevano era “Panama??!! ma che ci andate a fare a Panama!???” cosa c’è a Panamà!??? In effetti era una meta che non avevo mai preso in considerazione, se non per completare la visita dell’unico stato non ancora visitato dell’America Latina.
Naturalmente non si poteva non visitare quello per cui Panama viene di più ricordata! Il Canale. Una grandiosa ‘scorciatoia’ che collega l’Atlantico al Pacifico, è una struttura spettacolare: le enormi navi che trasportano container passando attraverso le chiuse sono affascinanti quanto gli animali delle specie più diverse che le osservano dalla giungla. I due centri visitatori hanno piattaforme di osservazione e musei che illustrano la costruzione e l’ampliamento del Canale. È anche possibile partecipare a piacevoli uscite in barca o kayak o prenotare un ‘partial transit’ per attraversare le chiuse. Il nostro viaggio i si è concentrato essenzialmente sulla costa del Pacifico e alcune isole come Coiba (un vero paradiso) e l'Arcipelago delle Perle .  Prima tappa del nostro viaggio è stata Playa Blanca conosciuto come villaggio di


 Forallòn provincia di Rio.  Fino a una decina d'anni fa Farallón era un semplice villaggio di pescatori situato accanto alle rovine della base militare panamense distrutta durante l'invasione americana per destituire Noriega. La febbre dei resort, però, ha fatto di Playa Blanca una delle località balneari più in voga di tutto il Panamà

Personalmente a noi non è piaciuto molto. infatti ci siamo fermati giusto un giorno per poi proseguire verso Sanata Catalina. Durante il nostro viaggio fummo fermati da un poliziotto in moto.  Ci fece una multa per eccesso di velocità (come ha fatto a stabilirlo solo lui lo sa) Inizia cosi una lunga discussione che ci fece capire che pagando 20 dollari tutto si sarebbe risolto con una stretta di mano,  cosi  facemmo ciò che era necessario: pagammo la bustarella al poliziotto e salutandoci ci lasciò andare. lasciati la Panamericana attraversiamo un paesaggio bellissimo con dolce colline  e casette ornate da bellissimi fiori.



Arriviamo a Santa Catalina, sull'Oceano Pacifico. Pensavamo come letto su diverse riviste e guide un luogo molto turistico, ma di turisti in questo splendido albergo, affacciato direttamente su una spiaggia a dir poco spettacolare eravamo una decina noi inclusi. Comunque un posto veramente da sogno. 


Il giorno dopo come nostro progetto  decidiamo di andare all'isla Coibaun parco Nazionale Marino: un vero paradiso ecologico. Si tratta di un'isola dalla natura incontaminata circondata da spiagge bianche e acque dalle varie tonalità di turchese. I giorni passano e il nostro viaggio deve continuare anche se saremmo rimasti qualche giorno in più in questo splendido posto. Ci mettiamo in viaggio per raggiungere di nuovo la Panamericana e  proseguire in direzione Las Lajas.


Dopa circa quattro ore arriviamo a Las Lajas,  andiamo subito alla ricerca del nostro hotel precedentemente prenotato. Il nostro hotel è gestita da un Italiano e dalla sua compagna Rumena. Un posto veramente bello praticamente in campagna. Rimaniamo in questo bellissimo Hotel 4 giorni per esplorare le spiagge e alcune piccole Isole. La spiaggia di Lajas è veramente fantastica. Lunga circa 22km e larga quando  c'è la bassa marea quasi un km. Facciamo lunghissime passeggiate e rilassandoci all'ombra delle palme.


Dopo 2 giorni di relax e lunghe passeggiate sulla spiaggia, lasciamo L e partiamo in direzione di Pedasi, cittadina della penisola di Azuero, nella provincia di Los Santos. Il nostro Hotel era  fuori da Pedasi, arriviamo dopo aver percorso una strada (se tale vogliamo definirla) con buche enorme e sassi. Un miracolo se siamo riusciti ad arrivare e poi ritornare  senza aver distrutta l'auto. Il posto è veramente bellissimo l'hotel "Punta Franca" è a picco su una scogliera con una vista favolosa. Anche in questo hotel di turisti niente. un giorno eravamo solo noi due. Abbiamo approfittato di questa solitudine :-) per fare lunghe camminate e scoprire altre spiagge vicino a noi.


Eccoci di nuovo in viaggio in direzione ancora una volta verso Playa Blanca, giusto per interrompere il lungo viaggio verso Panama City

  
Una volta a  Panama City ci organizziamo  per visitare un'altro angolo poco conosciuto che è l'Arcipelago delle Perle  uno scrigno che custodisce perle di rara bellezza. Situate nel golfo di Panamà sono costituite da circa 220 isole che rappresentano un vero angolo di paradiso ancora prevalentemente ignoto al turismo di massa. 

Le isole abitate sono circa una dozzina. Le bellissime spiagge le acque trasparente le lunghe passeggiate ti proiettano veramente in un'altra dimensione. I giorni passano inesorabilmente e sempre con una grande tristezza bisogna ritornare a casa . Resta la gioia e la convinzione che il viaggio determina una ricchezza interiore. Dopo un viaggio ci sentiamo dotati di una nuova ricchezza che, una volta tornati a casa, influenzerà anche la nostra vita quotidiana.


MALDIVE

UN PARADISO IN TERRA DI NOME MALDIVE FORSE MEGLIO DIRE TRA PARADISO E INFERNO Video